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Avvento 2021

Anche quest'anno vogliamo proporre un cammino "comunitario" per vivere in "attesa vigilante" i giorni che ci separano dal Natale.

L'itinerario segue la Liturgia propria del tempo d'Avvento aiutandoci ad approfondire il nostro rapporto personale con la Parola di Dio: è nel confronto quotidiano con essa che la nostra vita può davvero cambiare e diventare segno e testimonianza per chiunque incontriamo.

Cosa occorre? Semplicemente il desiderio di lasciarsi toccare, interrogare e trasformare dall'incontro con il Signore. Buon cammino!


 

Prima di iniziare questo nuovo percorso riprendiamo in mano alcuni passaggi dell'omelia di Papa Francesco per la prima domenica di avvento dell'anno scorso, potrebbe esserci di aiuto per preparare il nostro cuore a questo "nuovo inizio"

Le Letture di oggi suggeriscono due parole-chiave per il tempo di Avvento: vicinanza e vigilanza. [...] L’Avvento è il tempo in cui fare memoria della vicinanza di Dio, che è sceso verso di noi. [...] Il primo messaggio dell’Avvento e dell’Anno liturgico, riconoscere Dio vicino e dirgli: “Avvicinati ancora!”. Egli vuole venire vicino a noi, ma si propone, non si impone; sta a noi non stancarci di dirgli: “Vieni!”. [...] Così, invocando la sua vicinanza, alleneremo la nostra vigilanza. [...]È importante rimanere vigili, perché uno sbaglio della vita è perdersi in mille cose e non accorgersi di Dio. Sant’Agostino diceva: «Timeo Iesum transeuntem» (Sermones, 88,14,13), “ho paura che Gesù passi e io non me ne accorga”. [...] C’è un sonno pericoloso: il sonno della mediocrità. Viene quando dimentichiamo il primo amore e andiamo avanti per inerzia, badando solo al quieto vivere. Ma senza slanci d’amore per Dio, senza attendere la sua novità, si diventa mediocri, tiepidi, mondani. E questo corrode la fede, perché la fede è il contrario della mediocrità: è desiderio ardente di Dio, è audacia continua di convertirsi, è coraggio di amare, è andare sempre avanti. La fede non è acqua che spegne, è fuoco che brucia; non è un calmante per chi è stressato, è una storia d’amore per chi è innamorato! [...] C’è poi un secondo sonno interiore: il sonno dell’indifferenza. Chi è indifferente vede tutto uguale, come di notte, e non s’interessa di chi gli sta vicino. Quando orbitiamo solo attorno a noi stessi e ai nostri bisogni, indifferenti a quelli degli altri, la notte scende nel cuore. Il cuore diventa oscuro. Presto si comincia a lamentarsi di tutto, poi ci si sente vittime di tutti e infine si fanno complotti su tutto. Lamentele, senso di vittima e complotti. È una catena. Oggi questa notte sembra calata su tanti, che reclamano per sé e si disinteressano degli altri. [...] Cari fratelli e sorelle, pregare e amare, ecco la vigilanza. Quando la Chiesa adora Dio e serve il prossimo, non vive nella notte. Anche se stanca e provata, cammina verso il Signore. Invochiamolo: Vieni, Signore Gesù, abbiamo bisogno di te. Vieni vicino a noi. Tu sei la luce: svegliaci dal sonno della mediocrità, destaci dalle tenebre dell’indifferenza. Vieni, Signore Gesù, rendi vigili i nostri cuori che adesso sono distratti: facci sentire il desiderio di pregare e il bisogno di amare.
(Papa Francesco, Omelia Prima Domenica di Avvento, 29.11.2020)
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