Suore di Santa Marta
2 mar 20202 min
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi".
Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?". E il re risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me".
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: "Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato".
Anch'essi allora risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?". Allora egli risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me".
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna». Parola del Signore
Come tradurre nel nostro tempo il codice di santità del libro del Levitico carico di "non..."? Una lettura superficiale porta a credere che il nostro Dio sia quello delle proibizioni invece, quello che ci viene presentato nella prima lettura di oggi altro non è che un invito a desiderare la vita in tutta la sua dignità e pienezza... perché se non è per vivere la santità, che senso ha ogni esercizio di ascesi?
Ma, una vita piena, bella non può essere misurata se non in relazione all'altro riconosciuto come bisognoso e capace di amore. Il frutto della Quaresima non è quello di sentirci e mostrarci "più buoni" ma l'esercizio di una carità spontanea e squisita con la quale restituiamo un amore gratuitamente ricevuto.
Oggi abbiamo in mente e nel cuore le parole di Gesù: "Quello che... l'avete fatto a me", alleniamoci allo sguardo contemplativo e troviamolo in ogni cosa...
Buona preghiera.